Le malattie dei gatti

Malattie dei gatti Maine Coon: i sintomi e le cure possibili

Il gatto Maine Coon è tendenzialmente molto forte, vigoroso e robusto. Tuttavia, anche questa razza può soffrire di diverse patologie genetiche e virali che in qualche modo possono pregiudicare il suo stato di salute ed essere davvero pericolose.




Le malattie genetiche più conosciute che possono interessare un gatto Maine Coon sono:

  • HCM (malattia del cuore);
  • PKD (detto anche rene policistico);
  • Displasia dell’anca;
  • Artrosi precoce.

Malattie dei gatti Maine Coon

Prevenire è meglio che curare.

Anche se abbiamo spesso ripetuto che occorre prestare moltissima attenzione al tipo di allevamento a cui ci rivolgiamo ed alla serietà dell’allevatore, purtroppo può capitare che il nostro Maine Coon – anche se nato da genitori testati e negativi alla malattia – in futuro venga colpito da una di queste patologie.

Questo accade perché le malattie genetiche sono davvero difficili da gestire, e può accadere che la patologia sia trasmessa anche in linea lontana.

In ogni caso, la prevenzione è la migliore arma ed è quindi importante cercare di comportarsi nella maniera più corretta, informandosi bene sull’allevatore e assicurandosi che prenda tutte le precauzioni necessarie per la salute dei suoi cuccioli.

Tuttavia, mai dimenticare le visite regolari e periodiche dal nostro veterinario di fiducia, che potrà tenere sotto controllo lo stato di salute del gatto e quindi agire in tempo nel caso in cui sia diagnosticata una patologia.

 

    • HCM (cardiomiopatia ipertrofica)

    L’HCM è una malattia genetica che colpisce i gatti, ma anche le persone. Nel caso del Maine Coon, la malattia – che causa attacchi di cuore, trombosi e, quindi, la morte improvvisa del gatto – è stata individuata negli anni 70, quando è stato scoperto in America che la causa è data da un gene dominante.

    Il disturbo è caratterizzato da un ispessimento del cuore, dal lato sinistro: ciò comporta conseguenze abbastanza comprensibili, come ad esempio una minore elasticità del muscolo cardiaco che, a lungo andare, può essere causa di un soffio al cuore.

    Alcuni gatti presentano sintomi come difficoltà respiratorie e battito cardiaco anomalo: in questo caso, è necessario portare immediatamente il gatto dal veterinario, perché potremmo davvero salvargli la vita.

    In altri casi, purtroppo sfortunati, nel micio non vi sono sintomi e il gatto può morire improvvisamente per un attacco cardiaco.

    La particolarità di questa malattia sta nel fatto che è difficile da debellare: può capitare che un gatto sia negativo alla malattia nei primi anni di vita, salvo poi svilupparla in tempi successivi.

    È per questo motivo che è importante prevenire: solo in questo modo possiamo assicurarci di tenere sotto controllo la salute del nostro amico a quattro zampe e di fare tutto il necessario per evitare conseguenze disarmanti.

    Non esistono cure per la HCM, tuttavia si possono utilizzare dei farmaci che contribuiscono a trattare i sintomi, come ad esempio i farmaci Beta bloccanti e/o AChE-inibitori.

    È necessario sottoporre il Maine Coon al test per HCM con un’ecocardiografia annuale nei primi tre anni e successivamente ogni due, che permetta di individuare eventuali ispessimenti, la frequenza del battito cardiaco e il flusso del sangue. L’esame dura circa 30-40 minuti ed è consigliabile rivolgersi ad un veterinario cardiologo specializzato.

     

    Esiste l’Osservatorio per l’HCM felina dove è possibile trovare l’elenco dei veterinari aderenti specializzati in cardiologia, puoi consultarlo direttamente su questa pagina.

     

      • PKD (Malattia renale policistica)

      La PKD è una malattia ereditaria che, a differenza dell’HCM, può essere individuata sin dalla nascita e tipicamente in entrambi i reni.

      Le cisti di cui sono affetti i cuccioli sono spesso molto piccole (da 1 a 2 mm), ma durante la crescita dell’animale queste cavità tendono a crescere diventando così sempre più grandi e sempre più pericolose (si calcola che in un solo rene si possano individuare fino a 200 cisti).

      Non è detto però che il gatto debba per forza ammalarsi di PKD: ciò dipende dalla dimensione e dal numero di cisti presenti in entrambi i reni.

      In ogni caso, l’insufficienza renale è il tipico sintomo che indica la presenza di malattia: ciò può accadere tra i 3 e i 10 anni di vita anche se non è stato escluso che la malattia possa colpire i gatti più giovani.

      Quando la patologia si è già manifestata, non si può curare, è comunque possibile cercare di individuare dei trattamenti farmacologici che la tengono sotto controllo.

      Tra i sintomi più comuni, ricordiamo:

      • Tendenza a bere più spesso del normale;
      • Minore appetito;
      • Pelo più opaco e meno luminosi;
      • Perdita di peso;
      • Episodi di vomito;
      • Sangue nell’urina.

       

        • Displasia dell’anca

        Sebbene si tratti di una malattia che colpisce molto spesso i cani, possiamo trovare displasia dell’anca anche nei gatti, e in particolar modo nel Maine Coon.

        Si tratta di una patologia un po’ meno grave rispetto alle altre malattie citate, ma che comunque va tenuta sotto controllo perché può causare dolori e sintomi importanti.

        Essa è caratterizzata da una anomalia nelle articolazioni dell’acetabolo: la testa femorale non si inserisce perfettamente nella cavità articolare e le superfici fanno attrito, causando così una degenerazione della cartilagine.

        Non tutti i gatti possono mostrare segni di dolore o zoppicamento: tuttavia, è bene tenere sotto controllo la salute del nostro gatto, che, se colpito da questa patologia, potrebbe provare molto dolore.

         

          • Artrosi precoce

          Questa patologia è strettamente legata alla precedente: è difficile che un gatto possa soffrire di dolori alle articolazioni, tuttavia non è impossibile.

          Tra le cause, vi sono sicuramente la displasia dell’anca e l’obesità: poiché essa è una malattia degenerativa che non può essere curata nella maniera letterale del termine, può essere solo tenuta sotto controllo attraverso visite periodiche e regolari.

          Oltre a queste patologie che sono, appunto, ereditarie e che possono essere trasmesse a livello genetico, vi sono delle malattie virali o comunque delle patologie che possono colpire il micio per motivi diversi.

           Anche i gatti come l’uomo sono contagiati da virus e batteri e si ammalano.

          Le malattie che colpiscono i gatti sono pericolose ma anche in gran parte curabili e possono essere prevenute tramite le vaccinazioni.

          È buona norma quando si acquista o si adotta un gatto, fare tutti i test necessari per verificare la presenza o meno di una malattia ereditaria.

           

          Malattie dei gatti

          Quali sono le malattie dei gatti più conosciute?

          Le malattie feline più conosciute sono quelle cui esiste, per la maggior parte di loro, una vaccinazione.
          Tra queste abbiamo:

            • la peritonite infettiva,
            • il virus dell’immunodeficienza felina,
            • la leucemia felina,
            • la gastroenterite virale,
            • la toxoplasmosi,
            • la rinotracheite,
            • la calcivirosi,
            • la rabbia,
            • l’insufficienza renale e influenza A.

             

            Ecco un elenco delle malattie virali feline più importanti, i loro sintomi e le cure possibili per il nostro gatto:

             

            • FIP o peritonite infettiva

            La FIP è una malattia provocata dal corona virus, è altamente contagiosa tra i gatti ma non può attaccare l’uomo.

            Il contagio avviene tramite le feci, le urine e le mucose. Questa malattia causa granulomi tumorali che colpiscono gli organi interni come fegato e reni. Ha un decorso molto veloce e nella maggior parte dei casi provoca la morte del gatto.

            Per riconoscere questa malattia basta osservare le abitudini del micio: mangia poco, dorme spesso, non riesce a trattenere la pipì e sporca in casa. Se la malattia colpisce il fegato, le gengive del gatto diventeranno gialle. Purtroppo nel 95% dei casi il gatto muore.

             

            • FIV o AIDS dei gatti

            La FIV è provocata da un retro virus della stessa famiglia del virus che causa l’HIV nell’uomo. Il contagio avviene tra un gatto e un altro ma assolutamente non avviene il passaggio all’uomo.

            Il virus attacca e comincia a distruggere le difese immunitarie del micio, abbassandole tanto da incombere in altre malattie infettive, che di solito sono la causa della morte. Purtroppo a oggi non esiste ne una cura ne un vaccino.

             

            • FELV o leucemia felina

            La FELV è una malattia neoplastica che causa un aumento smisurato di leucociti nel sangue. Si trasmette tramite la saliva, il sangue, l’urina e tra madre e feto attraverso la placenta.

            Assolutamente non contagia l’uomo.

            I sintomi sono spesso confondibili con altri essendo questi molti e variegati. Di solito c’è malessere cronico, anemia, colorazione giallastra della pelle, depressione, perdita di peso e difficoltà respiratoria.

            Come per la FIP non c’è cura, ma si può giocare in anticipo tramite il vaccino.

             

            • Toxoplasmosi

            La toxoplasmosi è una malattia infettiva che attacca i gatti e i mammiferi causata da un protozoo parassita (Toxoplasma). Nella maggior parte dei casi, questo protozoo resta all’interno dell’ospite in silenzio senza manifestazione dei sintomi, contaminando gli altri simili.

            Infatti, il gatto per questa malattia, ha un ruolo di ospite intermedio. Gli organismi si moltiplicano nell’intestino del gatto in grandi quantità, verranno in seguito espulsi con le feci.

            Ed è qui che entra in gioco l’uomo. Se l’uomo viene a contatto con le oocisti secrete dal gatto, ne resta infetto.

            Il manifestarsi dei sintomi nel gatto, avvengono quando i protozoi si moltiplicano e penetrano profondamente nell’intestino, e da qui infettano il resto del corpo. Sono infetti quei soggetti che hanno problemi nell’immunità o soggetti a gravidanze.

            Per prevenire la contaminazione basta indossare i guanti quando si pulisce la lettiera del gatto e utilizzare disinfettati nella pulizia quotidiana.

             

            • Influenza A

            L’influenza A è paragonabile all’influenza dell’uomo. È provocata dal virus H1N1.
            I sintomi sono i classici: perdita di appetito, febbre, naso che cola, occhi lucidi, tosse, starnuti e torpore generale. L’influenza non può contagiare l’uomo, ma l’uomo può contagiare il gatto.

            Per prevenire il contagio dovete lavarvi le mani prima di toccarlo, evitare di stargli vicino se non state bene, non far girovagare il gatto fuori di casa. La cura è la classica, nei casi più importanti andrà somministrato l’antibiotico.

             

            Il consiglio generale è quello di prestare sempre la massima attenzione. Non possiamo giocare con la salute del nostro amico a quattro zampe.

            Per questo motivo dobbiamo sempre accertarci che stia bene e che sia in perfetta forma, (anche un cambio improvviso del suo normale comportamento può essere un segnale di qualche sofferenza) sottoponendolo a regolari e periodiche visite dal veterinario e sostenendo tutti gli esami di cui ha bisogno.

             

             

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Malattie dei gatti Maine Coon

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Le malattie dei gatti Maine Coon e le possibili cure

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